Walking Through Memories

Descrizione

Luogo: Cambogia, Siem Reap
Una comune giornata, di due monaci tra le rovine di Angkor.
Il noema, il nucleo della fotografia è “c'è stato”, Bietti mette in luce il non essere mero calco della fotografia, il non essere copia del reale, ma emanazione del reale. La fotografia di Massimo Bietti non ci da mai il mondo così com’è, ma un taglio, un momento, una posizione che ci porta nel momento dello scatto: ogni fotografia è come una notizia e viene tagliata per mettere in forma la realtà, in-formare.

Luogo: Cambogia, Siem Reap
Una comune giornata, di due monaci tra le rovine di Angkor.
Il noema, il nucleo della fotografia è “c'è stato”, Bietti mette in luce il non essere mero calco della fotografia, il non essere copia del reale, ma emanazione del reale. La fotografia di Massimo Bietti non ci da mai il mondo così com’è, ma un taglio, un momento, una posizione che ci porta nel momento dello scatto: ogni fotografia è come una notizia e viene tagliata per mettere in forma la realtà, in-formare.

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Scheda tecnica

Tecnica
Carta fine art e D-Bond
Dimensioni (L x H) cm
150 x 100

Massimo Bietti

La fotografia di Massimo Bietti entra nel cuore dell'osservatore grazie alla sua forza documentativa, con un potere di figurazione, che supera quello di rappresentazione. Con una serie di fotografie d'arte contemporanea, Bietti da vita ad un progetto, Through the eyes, che si inserisce nel filone di Kevin Carter e Steve McCurry. Si tratta di un progetto costruito lungo un viaggio fra usanze, quotidianità e vita, realizzato da Massimo in oltre dieci anni. Il comune denominatore di questo progetto sono proprio gli sguardi, che diventano il tramite per “sentire con”.

Bietti, nel corso dei suoi pellegrinaggi intorno al pianeta non si limita alla fotografia documentarista, ma, per dirla con Rolan Barthes ricerca il “punctum”,  portando l’osservatore a vivere l’istante, “hic et nunc”. Il noema, il nucleo della fotografia è “c'è stato”, Bietti mette in luce  il non essere mero calco della fotografia, il non essere copia del reale, ma emanazione del reale.
La fotografia di Massimo Bietti non ci da mai il mondo così com’è, ma un taglio, un momento, una posizione che ci porta nel momento dello scatto: ogni fotografia è come una notizia e viene tagliata per mettere in forma la realtà, in-formare.

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